Lungo e noioso, noioso e lungo.
Sentimenti molto contrastanti sono il risultato di questa visione. Agli splendidi costumi e ambientazioni e ad un commento musicale tutto sommato godibile, si contrappone una sceneggiatura noiosa e ripetitiva, dove spesso l’effetto “cringe” – ma cosa diavolo sto guardando? – mi ha lasciato spaesata. Alcune belle e commoventi scene sparse qua e là sono purtroppo nascoste sotto una valanga di nonsense. Le reazioni dei personaggi, spesso illogiche e forzate fino allo spasimo, lasciano a volte basiti.
L’amara verità è che questa serie è troppo, troppo lunga: 58 episodi, quando 28 sarebbero forse bastati. Siamo generosi: 40 episodi sarebbero stati il formato perfetto. Invece, così, l’infinita serie di situazioni ripetitive, storie secondarie e di mero contorno, circostanze palesemente costruite per allungare un brodo che fa già acqua da tutte le parti, han fatto sì che giungessi agli ultimi 10/15 episodi già completamente stanca, annoiata, irritata. Gli ultimi 5 li ho guardati per forza d’inerzia, solo per sapere come andasse a finire. E che liberazione, arrivare ala fine!
Intendiamoci: non è tutto da buttare: si tratta di una storia complessa, in cui non mancano effettivamente dei bei colpi di scena, anche se, stiracchiando così la trama, molti sono abbondantemente telefonati. Alcuni attori hanno fatto un ottimo lavoro: la protagonista Zhang Xue Ying ha lavorato molto bene, così come l’interprete del principe erede al trono: la sua macchietta era ottima.
Menzione d’onore per Jing Chao, vero protagonista e mattatore dell’opera: il suo ritratto del Generale è stato magnifico. Il suo viso è sempre stato espressivo il giusto, il suo linguaggio del corpo sempre all’altezza della scena. Avrebbe meritato di essere ML.
Invece, tale ruolo è andato ad un certo Aarif Rahman, che sarà pure famoso, non dico di no, ma la cosa migliore che si possa dire di lui è che sia granitico, e non solo per l’importante mascella, quanto per il fatto che muovergli i muscoli facciali in modo coerente è un’impresa titanica. No, Aarif, non mi sei piaciuto.
E’ andata meglio a Luo Yun Xi, anche se non l’ho trovato poi così speciale come indicavano i commenti agli episodi, e se mettesse su qualche chilo forse gli farebbe bene alla salute e all'aspetto. Sorvoliamo pietosamente sulla performance terribilmente sopra le righe della malvagia regina. Colpa sua o del regista?
No, non mi è piaciuto molto questo drama. La protagonista principale è stata resa molto antipatica, specie alla fine, quando non si capisce bene cosa voglia fare della sua famiglia. Il protagonista è fin troppo gentile con lei, tanto da essere poco credibile. L’unico vero personaggio di spicco, che svetta su tutti gli altri, è proprio quello del Generale: il suo sviluppo è stato magistrale. Un’ottima sceneggiatura per un ottimo interprete. Fortunatamente gli hanno dedicato molto tempo.
Insomma, poche luci e tante ombre. L’ho guardato finire perché ormai ci avevo investito molto tempo, ma l’ultimo quarto è stato davvero difficile da buttare giù. Si risolleva nel finale, ma prima bisogna arrivarci.
L’amara verità è che questa serie è troppo, troppo lunga: 58 episodi, quando 28 sarebbero forse bastati. Siamo generosi: 40 episodi sarebbero stati il formato perfetto. Invece, così, l’infinita serie di situazioni ripetitive, storie secondarie e di mero contorno, circostanze palesemente costruite per allungare un brodo che fa già acqua da tutte le parti, han fatto sì che giungessi agli ultimi 10/15 episodi già completamente stanca, annoiata, irritata. Gli ultimi 5 li ho guardati per forza d’inerzia, solo per sapere come andasse a finire. E che liberazione, arrivare ala fine!
Intendiamoci: non è tutto da buttare: si tratta di una storia complessa, in cui non mancano effettivamente dei bei colpi di scena, anche se, stiracchiando così la trama, molti sono abbondantemente telefonati. Alcuni attori hanno fatto un ottimo lavoro: la protagonista Zhang Xue Ying ha lavorato molto bene, così come l’interprete del principe erede al trono: la sua macchietta era ottima.
Menzione d’onore per Jing Chao, vero protagonista e mattatore dell’opera: il suo ritratto del Generale è stato magnifico. Il suo viso è sempre stato espressivo il giusto, il suo linguaggio del corpo sempre all’altezza della scena. Avrebbe meritato di essere ML.
Invece, tale ruolo è andato ad un certo Aarif Rahman, che sarà pure famoso, non dico di no, ma la cosa migliore che si possa dire di lui è che sia granitico, e non solo per l’importante mascella, quanto per il fatto che muovergli i muscoli facciali in modo coerente è un’impresa titanica. No, Aarif, non mi sei piaciuto.
E’ andata meglio a Luo Yun Xi, anche se non l’ho trovato poi così speciale come indicavano i commenti agli episodi, e se mettesse su qualche chilo forse gli farebbe bene alla salute e all'aspetto. Sorvoliamo pietosamente sulla performance terribilmente sopra le righe della malvagia regina. Colpa sua o del regista?
No, non mi è piaciuto molto questo drama. La protagonista principale è stata resa molto antipatica, specie alla fine, quando non si capisce bene cosa voglia fare della sua famiglia. Il protagonista è fin troppo gentile con lei, tanto da essere poco credibile. L’unico vero personaggio di spicco, che svetta su tutti gli altri, è proprio quello del Generale: il suo sviluppo è stato magistrale. Un’ottima sceneggiatura per un ottimo interprete. Fortunatamente gli hanno dedicato molto tempo.
Insomma, poche luci e tante ombre. L’ho guardato finire perché ormai ci avevo investito molto tempo, ma l’ultimo quarto è stato davvero difficile da buttare giù. Si risolleva nel finale, ma prima bisogna arrivarci.
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