Porta il tuo nome con orgoglio
Song joong ki qui si é veramente messo alla prova e ha dimostrato di essere un attore versatile e bravo; la sua recitazione é ció che piú fa amare questo film.
Altro punto a favore é il tema centrale della storia: la ricerca di un'identitá, indispensabile per poter essere liberi.
Loh kiwan é un disertore della corea del nord, e per non essere deportato deve nascondere la sua identitá quando arriva in Cina.
Quando fugge in Belgio e richiede asilo si trova ad affrontare indifferenza ma anche odio, razzismo ed emarginazione.
Trova aiuto lá dove non ce lo aspetteremmo, da altri uomini e donne che come lui sono in difficoltá e si adattano ad una vita di soppressione e sfruttamento pur di scappare alla repressione e alla paura.
Ad ostacolarlo maggiormente alla fine é la burocrazia dei nostri paesi che non danno garanzia di inclusione , nonostante si pongano come baluardo dei diritti civili.
Alla fine ció che vuole Loh Kiwan non é la cittadinanza belga, ma che questi diritti gli siano riconosciuti, nonostante sia un immigrato clandestino, nonostante sia un apolide, é prima di tutto un essere umano.
Richiede solamente il privilegio di poter vivere portando con orgoglio il proprio nome, simbolo della propria identitá e del legame con la propria famiglia.
Il tutto racchiuso nel titolo del film: "My name is Loh Kiwan".
Altro punto a favore é il tema centrale della storia: la ricerca di un'identitá, indispensabile per poter essere liberi.
Loh kiwan é un disertore della corea del nord, e per non essere deportato deve nascondere la sua identitá quando arriva in Cina.
Quando fugge in Belgio e richiede asilo si trova ad affrontare indifferenza ma anche odio, razzismo ed emarginazione.
Trova aiuto lá dove non ce lo aspetteremmo, da altri uomini e donne che come lui sono in difficoltá e si adattano ad una vita di soppressione e sfruttamento pur di scappare alla repressione e alla paura.
Ad ostacolarlo maggiormente alla fine é la burocrazia dei nostri paesi che non danno garanzia di inclusione , nonostante si pongano come baluardo dei diritti civili.
Alla fine ció che vuole Loh Kiwan non é la cittadinanza belga, ma che questi diritti gli siano riconosciuti, nonostante sia un immigrato clandestino, nonostante sia un apolide, é prima di tutto un essere umano.
Richiede solamente il privilegio di poter vivere portando con orgoglio il proprio nome, simbolo della propria identitá e del legame con la propria famiglia.
Il tutto racchiuso nel titolo del film: "My name is Loh Kiwan".
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